Carissimo Lucio, detto fatto. Così hai pensato di andartene senza darci un adeguato preavviso.
D’altra parte sei sempre stato così difronte alla realtà, deciso e risoluto, senza tanti inutili fronzoli. Quello che c’era da fare, si faceva; quello che c’era da accettare, anche a malincuore, si accettava senza tanti se e ma.
Dal preparare adeguatamente il palco fino alla fatica di imparare canti nuovi magari in lingue strane e diverse, quando, come dicevi tu, “è così bello e semplice l’italiano!…”.
Poi, comunque tutto sarebbe stato compensato dalla compagnia, dal desiderio di stare, bene, insieme e, insieme, affrontare cose magari impegnative ma gratificanti.
Dire che ci mancherai, non è una frase fatta e di circostanza. Mancherà, soprattutto ai più giovani, la tua presenza, fatta di poche parole ma capace di una battuta pronta a ciascuno. Mancherà il fatto che tu, corista della prima ora, sia stato tra i più fedeli alle prove, ai concerti e alle trasferte fino a qualche settimana fa, fino a quando la salute te lo ha permesso. Questa è la riprova che il coro, che tu hai contribuito a far nascere e crescere, è una cosa buona.
Buona per chi ne fa parte e buona per tutta la nostra gente.
Grazie, Lucio, per la tua amicizia e generosità. Ti promettiamo che staremo vicini a Lorie a tutta la tua adorate famiglia.
Adesso canterai con tutti gli amici coristi che ci hanno preceduto e se il Maestro (quello con la emme maiuscola) ti chiederà di fare un canto in latino, siamo sicuri che farai una bella figura. Ciao, buon viaggio.